Le Chiese
Chiesa SS. Pio E Antonio
Un complesso architettonico di particolare interesse religioso ed artistico. Posto di fronte la piazza principale con la sua imponenza e grandiosità rappresenta da sempre il fulcro della cristianità anziate.
La storia
La Chiesa matrice dei “Ss. Pio e Antonio” fu eretta in Anzio tra il 1851 ed il 1855. L’opera era stata commissionata da Papa Pio IX – Giovanni Maria Mastai Ferretti ( nato in Senigallia 1792 e deceduto in Roma 1878, ancora oggi viene ricordato come il fautore della seconda rinascita di Anzio ) a Gaetano Morichini e fu consacrata il 1885. nel 1919 venne effettuato un intervento di consolidamento delle strutture murarie.
L’impianto della basilica è frazionato in tre navate di cui la navata maggiore raggiunge un altezza di m.16,20 e ha un rapporto di 2:1 confrontato con le laterali. Nella navata principale l’affresco sull’altare rappresenta la “Visione di S. Pio V”, mentre le cappelline laterali sono dedicate a S. Antonio e Maria SS. Immacolata. Le mura esterne risultano in arenaria pliocenica, mentre i pilastri sono realizzati in mattoni laterizi legati con malta, nel fastigio della facciata principale esterna è inserito in una ghirlanda il grandioso stemma di Pio IX. La navata principale è coperta da una volta a botte lunettata da sei arconi finestrati, intercalati da fascioni che ritmano la sequenza delle capriate.
La tiara e il giglio appaiono i simboli più facilmente leggibili in un vasto panorama di riquadrature dense di significato, opera dell’artista Carlo Oglietti. Una svelta cornice, animata dalla fuga di dentelli e ovoli, corre lungo tutto il perimetro della navata sopra un fregio a girali e un architrave a fasce. Ventidue lesene dell’ordine jonico ripartiscono l’interno; nei pennacchi, i rifianchi degli archi, un mosaico a tessere dorate sostituisce le figurazioni della passione di Gesù.
Pala dell’Altare:
Pala dell’Altare con affresco raffigurante la “visione di S. Pio V”
L’opera, olio su tela (cm. 400 x 250 ), fu eseguita da Casimiro Brugnone De Rossi nel 1856.
Raffigura il Papa Pio V Ghisleri che riceve dall’Arcangelo Michele la visione della vittoria della flotta cristiana su quella turca, avvenuta il 7 ottobre 1571, nelle acque di Patrasso-Lepanto. A ricordo di quell’evento il Papa istituirà la festa della ” Madonna del Rosario “. E’ un’opera accademica del purismo romano ispirato al colorismo veneziano: il rosso che tinteggia ogni dove ( la mantellina, le calzature, i cuscini, il libro delle orazioni, le vesti del messaggero divino con la spada di fuoco e la croce sulle vele), e al grafismo toscano: la prospettiva dell’inginocchiatoio, della croce e della ricercata pavimentazione. Il gesto del Papa è quello del sacerdote quando si dispone per la benedizione finale mentre l’alone di luce rappresenta il segno divino.
S. Antonio che predica ai pesci
L’opera, olio su tela ( cm.275 x 180 ), fu eseguita nel 1856 dal maestro Marcello Sozzi, purista romano, scolaro del Minardi. Il personaggio principale si distingue anche per il colore della tonaca che accentua, per contrasto, la delicatezza cromatica dell’opera. Le linee portanti della composizione dirigono gli sguardi ai margini; fissano il campo focale quasi fuori campo, facilitando la rappresentazione dei personaggi, ripresi di profilo, e proiettano anche noi dentro l’accaduto. Un quadro dalle mani parlanti per eccellenza: qui la gestualità dei presenti rivela lo stato d’animo di chi assiste ad un avvenimento prodigioso. Frate Antonio sta parlando alla folla che non presta attenzione al suo sermone, voltandosi allora verso il mare: ” Se non volete ascoltarmi voi mi ascolteranno i pesci ” , i pesci subito si vedono affiorare dal pelo dell’acqua; gli astanti colpiti da meraviglia, con le mani, sembrano custodire il fatto portentoso, mentre in alto a destra un gruppo di eretici, cupi e interdetti, s’interroga sull’evento.